L’origine dei droni
Non tutti sanno che quella dei droni è una tecnologia nata durante la guerra in Pakistan, quando le forze americane usavano questi piccoli elicotteri pilotati da terra per scandagliare le montagne inaccessibili e scovare i ribelli per lanciare su di loro missili letali. Da allora è diventato sempre più frequente avvertire il loro ronzio e guardarli a naso in su anche in città, visto che il loro uso si sta diffondendo in maniera capillare nei più svariati campi commerciali. Alcune aziende di shopping online hanno annunciato di voler cominciare a consegnare i loro pacchi tramite droni, tagliando le spese che l’attuale sistema di distribuzione comporta. Anche nel campo del giornalismo viene sfruttata questa tecnologia decisamente meno costosa di riprese aeree effettuate dagli elicotteri. E poi ci sono settori in cui un briciolo di fantasia dei primi pionieri ha aperto le porte a un uso che ben presto diventerà massiccio.
Ma come possono essere applicati i droni nel contesto immobiliare? E’ uno strumento che funziona?
Nel settore immobiliare i droni hanno cominciato a essere impiegati da un’idea di un agente immobiliare canadese che ne possedeva uno per gioco. Occupandosi di cantieri in costruzione, il professionista d’oltreoceano ha ben pensato di mettere questa nuova tecnologia al servizio dei possibili acquirenti degli appartamenti non ancora realizzati. Grazie ai droni, infatti, è possibile fotografare e dare un’idea concreta di quella che sarà la vista da una terrazza. O se si pensa a chi non vive nelle vicinanze del cantiere, tramite le riprese da drone si potranno inviare aggiornamenti dettagliati sull’avanzamento dei lavori. Per le prime agenzie che hanno deciso di utilizzare i droni, in effetti, un po’ per il gusto della novità, un po’ per gli effettivi vantaggi, i successi sono stati tangibili, non avendo concorrenti sul mercato che offrissero gli stessi servizi. L’unico problema negli Stati Uniti è stato riscontrato in una mancanza di normativa sull’uso di questi marchingegni in campo commerciale, e quindi anche immobiliare.
In Italia, invece, dal punto di vista normativo siamo a dei livelli già molto buoni. Esiste un regolamento creato ad hoc dall’Enac che consente a chiunque di usare un drone, purché questo sia assicurato e il volo sia autorizzato. Ci sono poi delle società specializzate nell’affitto di droni (e spesso anche dei piloti) che stanno già operando in campo immobiliare, soprattutto, come nel caso americano, in cantieri di nuove costruzioni. Ed è certo che siamo solo all’inizio di quella che sarà senz’altro la prossima frontiera della vendita di abitazioni. Quello che si raccomanda alle agenzie immobiliari pioniere del servizio è di stare attente ad alcuni dettagli che potrebbero comportare alcuni problemi: primo fra tutti la privacy. Va bene riprendere dall’alto cantieri e far visualizzare al futuro proprietario quella che sarà la vista dal suo balcone, ma attenzione che nelle riprese non ci siano passanti o lavoratori che non vogliono diffondere la loro immagine, quanto meno prima di averne dato autorizzazione. Secondo punto da curare attentamente è la sicurezza: questa è un parametro che può determinare anche le tempistiche con cui si ottengono le autorizzazioni. Se un cantiere si trova in una zona isolata è più semplice ottenere il visto al volo, rispetto al caso in cui l’immobile si trovi in città. In ultima battuta, l’Enac consiglia agli agenti di verificare se il territorio dell’immobile da riprendere non rientri tra quelli che necessitano di un permesso comunale per poter effettuare le riprese.