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Comprare casa o rinviare l’acquisto? Vale la pena oggi acquistare un immobile in Italia? Sono questi i dubbi che stanno assalendo i giovani italiani alla ricerca della prima sospirata casa e coloro che intendono investire nel mattone per destinarlo eventualmente all’affitto turistico, lavorativo o universitario. Con un mercato immobiliare che, dopo la grande discesa delle transazioni che dal 2007 al 2014 ha fatto segnare fino a – 48%, si trova ora in fase riflessiva e con i prezzi che molto probabilmente non torneranno a salire fino a data da destinarsi, il dilemma è, ora più che mai, reale e legittimo. Chiaramente la risposta varia a seconda delle diverse esigenze e, se la seconda casa è un segmento dimenticato e l’investimento da mettere a reddito nel real estate residenziale non conosce ancora una ripresa, ci sono situazioni più favorevoli di altre, soprattutto per quanto concerne l’acquisto della prima casa rispetto ai valori del 2007.

Un piccolo segnale di ripresa va comunque segnalato ovvero rispetto al 2013, nel primo trimestre del 2014 a Roma il numero delle compravendite è aumentato del 19,8%, mentre a Milano, dopo due trimestri di crescita sostenuta, le compravendite sono aumentate solamente del 3,2%. Va comunque sottolineato che questi dati possono risultare in parte sfalsati dagli slittamenti dei rogiti notarili che si sarebbero dovuti stipulare entro la fine dell’anno 2013 e che invece si sono stipulati da gennaio 2014 in poi grazie all’entrata in vigore dell’Art. 10 del D.lgs. 14 marzo 2011 n. 23 riguardante un regime fiscale più favorevole per l’acquisto della prima casa che ha sicuramente agevolato gli acquirenti con la riduzione dell’imposta di registro oltre alle imposte ipotecarie e catastali. Gli esperti sono fiduciosi e ci assicurano che l’inizio della guarigione delle due metropoli, trascinerà con sé la guarigione dell’intero Paese anche se, perché questo effettivamente avvenga, sarà necessario attendere almeno un anno e mezzo ovvero verso la metà o fine del 2016.

Roma e Milano sono ancora da considerarsi mercati appetibili per gli investitori, pur essendo connotati da scarsa liquidità. «Si tratta di piazze che forse non hanno goduto negli scorsi anni dell’attenzione che avrebbero meritato da parte degli investitori internazionali» spiega il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia «complici la sempre lamentata scarsa trasparenza del mercato, la situazione politica in costante evoluzione e la fase attraversata dalla nostra economia. Eppure sia Roma che Milano offrono opportunità di investimento immobiliare accattivanti, connotate da quotazioni più che interessanti».

Le zone periferiche sono quelle che hanno maggiormente risentito del calo di prezzi, ma non sono state le uniche ad esserne state interessate. Ad esempio a Roma nei quartieri Tuscolana, Tiburtina, Africano, Garbatella e altre zone semi centrali i prezzi si sono ridimensionati, ma esistono comunque zone di controtendenza in cui, in maniera del tutto anomala, il valore del mattone è leggermente salito. E’ questo il caso dei prestigiosi quartieri di Trastevere, Piazza di Spagna e Fori Imperiali dove i prezzi ad oggi sono cresciuti tra circa il 5% e il 12%.