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Single, 30 anni circa e pronti a comprare la loro prima casa.
Questo l’identikit della nuova tipologia di clienti che si sta facendo strada nel mercato immobiliare: sono “Millennials”, ovvero i nati tra gli anno ’80 e i primi anni 2000; una generazione caratterizzata da un maggiore utilizzo e una maggiore familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali.

La maggior parte di coloro che compravano casa per la prima prima volta nel XX secolo erano giovani coppie pronte a creare nuove famiglie, oggi qualcosa sta cambiando, lo stile di vita della generazione dei Millennials ha causato un cambiamento importante in questo profilo d’acquirente che vale la pena, quanto meno, di conoscere.

La generazione Y, quella dei millennials, ha dovuto imparare presto a dire addio a tutto quel mondo di certezze cui aspiravano i genitori. Niente posto fisso e niente casa di proprietà, sembra essere lo slogan ‘accettato’ dagli 11 milioni di giovani italiani che sono nati tra la fine degli anni ’80 e gli inizi del 2000. Se da un lato è vero che le nuove generazioni sono più abituate a viaggiare e alla flessibilità lavorativa e geografica, non bisogna dimenticare che nel 2016 il tasso di disoccupazione giovanile medio è del 37,6%, quindi, per le nuove generazioni acquistare una casa di proprietà diventa sempre più difficile.

La tendenza è confermata anche da un sondaggio Doxa, realizzato per il portale immobiliare Idealista, su un campione di 1000 persone. Il 66% dei millennials intervistati, quindi 2 su 3, ha dichiarato di aver scelto una casa in affitto dopo aver lasciato quella in cui abitava con la famiglia. “Nella scelta dell’abitazione prevale – spiega Vincenzo De Tommaso, responsabile comunicazione di Idealista – l’aspetto economico, perché la condizione delle famiglie è peggiorata nell’ultimo decennio di crisi in cui l’Italia ha perso 10 punti di Pil. Come emerge dalla ricerca, i giovani italiani sembrano consapevoli dell’importanza di emanciparsi presto, ma la società non li agevola, dal momento che instabilità lavorativa e dei redditi da un lato e gli alti canoni di locazione dall’altro, rendono quello della casa tutta per sé un vero e proprio sogno. Da qui l’esigenza di un’offerta di abitazioni in locazione a canone calmierato che permetta ai giovani di entrare con meno difficoltà nel mondo immobiliare.”

In vendita case troppo grandi

C’è da aggiungere che la maggior parte delle case in vendita non rispondono alle esigenze dei millennials. Secondo uno studio di Immobiliare.itil 67% del patrimonio immobiliare italiano è composto da appartamenti molto grandi, con quattro o più stanze. Misure eccessive per le esigenze della cosiddetta Generazione Y, che però è proprio quella che per la prima volta si affaccia al mondo della casa per raggiungere un’indipendenza abitativa. I giovani cercano maggiormente piccoli appartamenti con due o massimo tre stanze. Queste dimensioni riguardano solo il 10% dello stock residenziale è costituito da case con due stanze e appena il 2% è fatto di monolocali. Oltre il 30% degli immobili conta quattro stanze, mentre il 36% è di grandezza pari o superiore a un pentavano. “I millennials rappresentano il target ideale per il mercato degli affitti, a cui guardano con crescente interesse – riflette Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it –. È altrettanto vero che si tratta di un pubblico cui anche il comparto delle compravendite può e dovrebbe puntare: mutui più accessibili e genitori ancora innamorati dell’idea di lasciare una casa ai figli, rendono la Generazione Y una importante platea di potenziali acquirenti. Adeguare gli immobili alle esigenze dei millennials, soprattutto nelle grandi città,che sono quelle in cui vive la maggior parte di loro, è una delle sfide che proprietari e operatori del settore potrebbero cogliere e vincere in tempi brevi”.

Si esce più tardi dalla casa dei genitori

I giovani lasciano sempre più tardi la casa dei genitori e il motivo è sempre lo stesso, quello economico. Per il 54% il problema è proprio il prezzo di acquisto di una casa o il canone di affitto. Questa è una delle cause per cui la generazione dei millennials si emancipa più tardi rispetto a quelle precedenti. Meno della metà – sempre in base al sondaggio Doxa – dei nati tra gli anni ’80 e il 2000 ha lasciato il tetto famigliare, nello specifico solo il 44% della popolazione giovanile italiana è uscita di casa nel 2016, mentre appena il 26% di chi è ancora con mamma e papà prevede di farlo nel 2017.

Cambiano anche le priorità

Il matrimonio è sempre di meno il motivo principale di di uscita dal “nido” familiare. Le priorità sono le convivenze e le esigenze di studio e lavoro.