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Quali sono le tasse sull’affitto di un immobile? Se stai pensando di locare la casa che hai ereditato dai tuoi genitori o semplicemente la villetta al mare, questa è la domanda giusta che devi porti! Rivolgiti ad un consulente immobiliare specializzato che- oltre ad aiutarti nel trovare un inquilino– potrà chiarirti le idee al riguardo.  Un affitto è a tutti gli effetti un reddito e dunque necessita del pagamento di determinate imposte, che ovviamente andranno ad incidere sulla cifra che hai intenzione di chiedere per la locazione. Non lasciarti spaventare: affittare può essere la giusta scelta per compensare le spese annuali dell’immobile -tasse comprese- e farlo in modo adeguato (ovvero non in nero) ti tutela da eventuali guai futuri, come un inquilino insolvente. Senza contare che esistono delle agevolazioni fiscali. Ecco dunque tutto quello che c’è da sapere sulle tasse da pagare in caso di affitto di un immobile.

Tasse sull’affitto di un immobile: l’imposta di registro ovvero per la registrazione del contratto

Quando si affitta un appartamento o una villetta, o anche una struttura commerciale o agricola è necessario stipulare un contratto tra le parti. Affinché sia valido occorre registrarlo. Ciò comporta il pagamento di una piccola tassa entro 30 giorni dalla firma dello stesso: l’imposta di registro che spetta al locatore. Tuttavia in caso di evasione di tale onere anche il conduttore (ovvero colui che ha preso in affitto l’immobile) può essere ritenuto responsabile in solido. Quanto si paga? Dipende. Per una casa ad uso abitativo l’imposta di registro è pari al 2% del canone annuo moltiplicato per le annualità, mentre ad esempio per fondi rustici è dello 0,50%. In caso di canone concordato ed in Comuni ad alta densità abitativa si può avere una riduzione del 30% della base imponibile. Se il contratto d’affitto indica una durata di più anni, si può scegliere di pagare l’imposta di registro in un’unica soluzione al momento della registrazione del contratto o con scadenza annuale.

Tasse sull’affitto di un immobile: l’imposta di bollo

L’imposta di bollo va versata per ogni copia del contratto da registrare. E’ pari a 16,00 euro ogni 4 facciate scritte, ovvero ogni 100 righe.

Tasse sull’affitto di un immobile: l’imposta sui canoni di locazione

Qui la faccenda in materia di cifre e possibili agevolazioni è un pochino più complessa e va studiata caso per caso. Le cose infatti cambiano a seconda del Comune, del fatto che l’immobile possa avere un interesse artistico o meno,  dal tipo di locazione (ad esempio ad uso abitativo o commerciale, per una durata inferiore ai 30 giorni o per un B&B).  Facendo un discorso generico relativo all’affitto di immobili ad uso abitativo, va sottolineato che il canone che si percepisce costituisce un reddito in più per il locatore e dunque va dichiarato all’Agenzia delle Entrate. Ciò significa che rientra nella tassazione ai fini IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche). Tuttavia è possibile scegliere tra un regime fiscale ordinario ed una cedolare secca. Un consulente immobiliare potrà aiutarti preventivamente anche con i calcoli della tua situazione specifica.

  • Regime fiscale ordinario per l’affitto di casa: in tal caso il canone d’affitto si somma agli altri redditi calcolati ai fini Irpef, ridotto ad un forfait del 5%.
  • Cedolare secca: prevede una diversa tassazione con un’imposta sostitutiva dell’Irpef, addizionale di regionali e comunali, nonché imposte indirette di registro e di bollo sul contratto di locazione. Questa è fissa e pari al 21% per i contratti a canone libero (di durata 4+4 anni) e al 10% per quelli a canone concordato (3+2 anni).