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L’emergenza Coronavirus piomba su un’economia italiana già in affanno.

Le previsioni di Standard & Poor’s non lasciano spazi:
“Una contrazione del Pil è possibile per l’Eurozona nel primo trimestre, e sarà particolarmente pronunciata in Italia, dove il contagio ha preso piede al momento più che in altri paesi”.

Che le preoccupazioni siano per i mesi a venire lo testimonia lo stesso governo che sta lavorando a una serie di misure economiche per contrastare le ripercussioni dell’epidemia che dovrebbero essere seguite da un intervento di rilancio generale, con un menù ampio che va dalla moratoria sulla sospensione dei mutui sulla prima casa, alla moratoria sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, fino al potenziamento dell’ecobonus e ai finanziamenti a sostegno delle imprese.

Ma tutto ciò sarà sufficiente per contenere nel prossimo futuro i valori delle abitazioni?

Il mercato immobiliare è stato caratterizzato da un certo dinamismo alla fine del 2019, registrando un andamento positivo nel terzo trimestre 2019 (+0,4%) per la prima volta dal 2016 è lo scenario delineato da S&P Global Ratings.

“A novembre i prestiti alle imprese sono aumentati del 49%, portando a un ulteriore incremento delle transazioni (600.000 nel terzo trimestre del 2019, il valore più elevato dal 2011)” . “L’andamento dei prezzi riflette il divario economico del paese: il Sud ha registrato un’ulteriore contrazione, mentre nelle regioni settentrionali e a Milano i prezzi hanno riportato una ripresa negli ultimi trimestri. Proprio Milano registra performance superiori rispetto al resto del paese, con un aumento dei prezzi a dicembre 2019 del 5%”. In termini aggregati, continua il rapporto, “La domanda di nuove abitazioni è in aumento, con un incremento positivo dei prezzi dalla fine del 2017.” Tuttavia, aggiungono gli esperti Global Ratings, “riteniamo che questo sia solo l’inizio di una timida ripresa dei prezzi. L’economia italiana è ancora altalenante e il 2019 è stato un anno sul filo della recessione”.

La recente epidemia di Coronavirus sta avendo un impatto negativo sulla crescita dei valori immobiliari. L’imponente accesso alla Cassa Integrazione per i prossimi mesi e il basso numero dei nuovi posti di lavoro continuerà a influire negativamente sulle prospettive di crescita del reddito delle famiglie.

I bassi tassi di interesse dei mutui e rapporto prezzo/reddito superiore al 12%, ovvero al di sotto della media di lungo periodo, continueranno a sostenere la domanda di abitazioni nelle città e regioni italiane più dinamiche, come Milano e il nord Italia. Di conseguenza, le aspettative sono in continua evoluzione e dai sondaggi relativi al sentiment sui prezzi emergono aspettative contrastanti.

L’impatto preciso sull’economia globale è inconoscibile, ma sta chiaramente causando perturbazioni a determinati settori dell’economia. Le previsioni non sembrano comunque positive per il mercato immobiliare residenziale in Italia, ora che il mercato sta già dando segnali di rallentamento.

Per l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate nel IV trimestre del 2019, infatti il numero delle compravendite di case sono aumentate solo dello 0,6%, un valore sensibilmente inferiore a quello registrato nel trimestre precedente (+3,9%) nonché il più basso degli ultimi 19 trimestri.

Le otto principali città italiane confermano la fase di rallentamento delle compravendite, soprattutto nei comuni più grandi. Le metropoli registrano una contrazione pari al 3,2 per cento. I segni meno sono particolarmente rilevanti in città come Firenze (-9,6%) e Roma (-8 %). Napoli perde oltre il 5% e anche Genova, che nello scorso trimestre era cresciuta di oltre il 10%, chiude il trimestre con -3,9 per cento. Spicca Palermo, con circa 1.500 unità vendute, pari a +6%. Milano, tra le poche città con segno positivo (+1,1%), subisce anch’essa un forte ridimensionamento della crescita, mentre Bologna chiude il trimestre con un aumento delle compravendite dello 0,6 %.

Scendendo nel dettaglio delle macroaree, la situazione appare diversificata. “Centro e Isole, che già nel trimestre precedente avevano ottenuto le performance più basse –recita la nota pubblicata dall’Agenzia delle Entrate – scivolano in territorio negativo con un tasso di variazione tendenziale pari rispettivamente a -3,3% e -0,1 per cento.

Il tasso di crescita più elevato si registra nel Nord Est, +2,2 per cento. Positivi anche il Sud (+2,0%) e il Nord Ovest (+1,6%), con quest’ultimo che, tuttavia, presenta un tasso tendenziale di oltre 5 punti percentuali inferiore rispetto a quello del trimestre precedente”. Le dinamiche dei comuni capoluogo e non capoluogo evidenziano una notevole variabilità tra le macroaree. Sono i centri minori a registrare i risultati migliori, ma sulla media nazionale incide fortemente il dato del Centro, dove i comuni capoluogo vedono ridursi i volumi di compravendita di quasi il 5%.

Il I trimestre del 2020 dovrà, invece, considerare il forte impatto dell’emergenza sanitaria. Nel mese di febbraio non si sono ancora registrate contrazione dei mutui. Bisognerà vedere se anche a marzo il trend sarà positivo.