Cos’è un contratto di locazione transitorio? Quando si può applicare e come funziona? Che tu stia cercando una casa in affitto o sia un proprietario che ha deciso di mettere a reddito un appartamento in cui non vive, è bene conoscere tutti i dettagli che riguardano le stipule e le varie tipologie di accordi individuate dalla legge. Ecco quindi quello che occorre sapere sui contratti di locazione transitoria.
Contratto di locazione transitoria, cos’è
Il contratto di locazione ad uso transitorio è una delle tipologie di accordi previsti dalla legge, stipulabili tra 2 individui (il locatore ed il locatario) che ha per oggetto l’affitto di un immobile ad uso abitativo. Si distingue dagli altri tipi (come quello cosiddetto 4+4), soprattutto in relazione alla sua durata: non è stabile appunto, ma transitorio e dunque più breve.
Contratto di locazione ad uso transitorio, quando si può stipulare
Il contratto è stipulabile solo da cittadini privati in possesso di un immobile, in accordo con un affittuario che per determinati motivi non ha necessità di usufruirne per lunghi periodi. Il termine “transitorio” è stabilito in tal caso dalla legge: non può essere inferiore ai 30 giorni o superiore ai 18 mesi. E’ dunque indicato per chi deve trasferirsi per motivi di lavoro in un’altra città (per un distaccamento breve o in attesa di trovare un’abitazione più congrua alle proprie esigenze) oppure per studenti universitari o individui che devono partecipare a stage o specializzazioni. Non si può usare questo tipo di affitto per una vacanza, anche se copre più mesi. Scaduti i 18 mesi, il contratto viene rescisso automaticamente senza la possibilità di rinnovo.
La legge di riferimento, per eventuali approfondimenti è la n. 431/1998, articolo 5 con rinvii al D.M. 5 marzo 1999 e al D.M. 30 dicembre 2002.
Contratto di locazione transitorio, come funziona
Stabiliti i presupposti di un accordo per l’affitto transitorio, è obbligatorio redigere un documento scritto, ovvero una stipula. Il contratto in tal caso deve contenere le seguenti informazioni:
- Generalità dei 2 contraenti
- Descrizione dell’immobile concesso in locazione transitoria
- Motivazione e documentazione (obbligatoria) dell’esigenza transitoria, pena la nullità dell’accordo
- Importo del canone
- Modalità di pagamento del canone (non in contanti, ma tracciabile)
- Attestazione in cui l’affittuario dichiara di aver ricevuto informazioni e documentazioni necessarie (come l’APE, l’attestato di prestazione energetica).
- Altre eventuali clausole che tutelino le parti.
Il contratto di locazione transitorio deve essere registrato nei termini prestabiliti presso un ufficio Territoriale dell’Agenzia delle Entrate. Il canone da pagare mensilmente è libero, ovvero concordato tra le parti. Fanno eccezioni alcuni Comuni in cui la quota media viene stabilita in base determinati accordi territoriali con associazioni di categoria. Anche per questo tipo di contratto è possibile accedere ad alcune agevolazioni fiscali come la cedolare secca.
Rivolgiti ad una agenzia immobiliare sul territorio per tutte le tue esigenze, saprà consigliarti al meglio e fornirti tutte le altre informazioni necessarie alla stipula di un contratto di locazione transitorio.